Si apre un nuovo capitolo della storia della moneta, ha dichiarato Kristalina Georgieva, direttrice del Fondo Mondiale Internazionale riferendosi a una nuova forma di pagamento totalmente senza contanti: la valuta digitale emessa dalla banca centrale.
Si tratta di un tipo di valuta che, come le criptovalute, esiste principalmente digitalmente piuttosto che come denaro fisico. Circa 50 banche centrali in tutto il mondo stanno sperimentando o conducendo ricerche sulla Central Bank Digital Currency, CBDC.
Nel 2021, anche l’UE ha preso in considerazione l’idea di creare una valuta digitale – l’euro digitale – per l’Eurozona.
Per capire che cosa sarà esattamente l’euro digitale, il suo funzionamento, il suo impatto sul sistema bancario e finanziario tradizionali e quali differenze con le criptovalute e dai pagamenti digitali, si è deciso di dedicare al tema una puntata del ciclo dei Dialoghi Copernicani.
Interviene Piero Cipollone, vice-direttore generale di Banca d’Italia, in un incontro, riservato ai soli soci, venerdì 17 marzo alle ore 17:00.
È un tema antico, perché di moneta si parla da millenni, dai tempi dell’antica Grecia e della Roma pre-repubblicana. Ma è al tempo stesso un tema attuale, perché la rivoluzione digitale sta trasformando il ruolo e la natura della moneta.
Non è solo un tema per specialisti: per economisti, per giuristi, per esperti di tecnologia, è anche un argomento che riguarda tutti noi. Tutti utilizziamo quotidianamente la moneta nelle sue diverse forme. E tutti siamo coinvolti nei cambiamenti in corso. Per le implicazioni dell’euro digitale sulla stabilità finanziaria e sul diritto alla riservatezza.
La valuta sovrana digitale, complementare al denaro fisico che è un metodo di pagamento anonimo per natura, permetterebbe la massima trasparenza e monitoraggio sui flussi e transazioni con l’euro digitale. Sarebbe per un aiuto alle misure di antiriciclaggio ma potrebbe porre limiti alla privacy dei cittadini. Così come l’euro digitale andrebbe a impattare il ruolo delle banche: i depositi agli istituti di credito potrebbero diminuire, ciò potrebbe significare che le banche saranno meno propense a offrire prestiti. Inoltre, con l’aumento dell’uso dell’euro digitale, gli istituti di credito e gli altri intermediari coinvolti nei sistemi di pagamento potrebbero essere costretti a rivedere almeno parzialmente i loro modelli di business.
L’incontro a porte chiuse e nel rispetto delle regole Chatham House, è moderato da Carlo Alberto Carnevale Maffè.
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