Una proposta per l’ottimizzazione degli spazi/tempi/risorse mediante uno schema attuato da 12 secoli all’università di Oxford
Vito Chiaramonte è Coordinatore Didattico della Scuola Secondaria di Primo Grado dell’Istituto Gonzaga di Palermo.
Eraldo Cacchione SJ è responsabile della Pastorale Scolastica delle scuole aderenti alla Fondazione Gesuiti Educazione
L’emergenza sanitaria in corso può essere interpretata come un momento di crisi della scuola, cioè un momento in cui vanno compiute scelte e trovate soluzioni. Alcuni temi, come la digitalizzazione della didattica o il valore educativo degli spazi, oggi acquistano una nuova urgenza e centralità. Nella proposta che segue si vedrà come è possibile adottare una serie di soluzioni, tutte volte alla valorizzazione del ruolo delle scuole, che non sono solo una risposta a un’emergenza, ma possono prospettare un modo nuovo di fare scuola, in grado di rispondere alla complessità del nostro tempo.
Il problema che devono affrontare le scuole al momento del rientro negli ambienti scolastici è la distribuzione spazi/tempi/risorse. Questi rapporti, se non tenuti in considerazione, o se tenuti in considerazione in modo tradizionale, non reggono alla prova dell’emergenza sanitaria, proprio perché l’emergenza incide drammaticamente sulla valutazione degli spazi. L’obiettivo, allora, è ridurre al minimo l’impatto di questo ridimensionamento degli spazi della didattica. Per ottenere questo esito si deve incidere sull’organizzazione della scuola, ridistribuire tutti gli elementi strutturali della scuola e non venire mai meno alle condizioni che rendono possibile il raggiungimento dell’obiettivo, cioè il successo formativo degli studenti.
Questo tipo di problema di gestione spazio/tempo/risorse non è una cosa nuova: in passato con l’esplosione della partecipazione alle università anche gli atenei si sono trovati in situazioni analoghe. Alcune università hanno esteso la didattica in orari serali e notturni, assunto docenti, affittato spazi; altre, come l’Università di Oxford, hanno sviluppato innovazioni didattiche.
La Oxford University nel XIII secolo inventò un sistema didattico, detto “tutorial teaching” che perdura fino ad ora e viene considerato il migliore del mondo. Vennero istituite due categorie di insegnanti: il “lecturer”, ottimo oratore, che teneva le “lezioni frontali” a numerosissimi studenti nella grande e centrale “Oxford University”, e il “tutor”, docente (a volte anche un dottorando) “esperto della materia”, che era specializzato nel dare agli studenti l’opportunità di discutere ed esplorare in piccoli gruppi la materia trattata cattedraticamente dal “lecturer”.
(Cf. https://www.ox.ac.uk/about/organisation?wssl=1 . Vedi anche https://it.businessinsider.com/ecco-il-segreto-che-fa-di-oxford-luniversita-migliore-del-mondo-il-tutorial-teaching/)
Anche oggi lo studente ammesso a Oxford sa che lavorerà molto, e autonomamente, seguito dai docenti “tutor” che fanno riferimento alle piccole comunità accademiche chiamate “college” o “hall” e situate, anche fisicamente, intorno alla sede centrale dell’università.
La Oxford University riprende, in questa articolazione della didattica, una tradizione antica, che avrebbe caratterizzato la diffusione delle scuole di Grammatica e di Retorica del Rinascimento: le Domus Studiorum in cui gli allievi erano organizzati in gruppi numericamente limitati all’interno dei quali difendere la validità dei propri ragionamenti e delle proprie acquisizioni.
Tutto questo potrebbe far pensare alla necessità di fare investimenti importanti. E invece, se si analizzano con attenzione le risorse, si comprenderà che è sufficiente organizzarle in modo diverso. Da qui la nostra proposta del “Sistema Dipartimenti Canali”.
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Consideriamo da non sottoporre a variazione il tempo in cui gli alunni e le alunne siano chiamati a partecipare alle attività didattiche. Consideriamo limitate, ma significative, le variazioni possibili sugli spazi della scuola (ad esempio usando come spazi di didattica palestre, corridoi, cortili, mense, laboratori, auditorium, aule magne). L’ipotesi che si può configurare è quella di una articolazione e distribuzione ottimale delle risorse, cioè degli eventi formativi in cui alunni e docenti lavorano insieme in vista di un obiettivo (le lezioni, cioè le diverse tipologie di lezioni tenendo presente che l’apprendimento è un processo che necessita di eventi diversi in relazione alle sue diverse fasi).
Il primo passaggio da compiere è articolare e differenziare (in relazione ad eventi formativi differenti) il rapporto fra alunni e docente. Questa procedura va svolta da un lato tenendo sempre fermi i tempi, e dall’altro approfittando delle variazioni positive sugli spazi (il rapporto fra numero di alunni e spazi in relazione al distanziamento sanitario) che le singole scuole potranno intraprendere.
A questo punto possiamo ipotizzare che due classi parallele, mediamente composte di circa 25 alunni, abbiano da svolgere un percorso su un argomento di letteratura. I professori delle due classi hanno a disposizione 4 ore settimanali per sviluppare l’argomento e verificare gli alunni. In genere, ma questa è solo un’indicazione di massima, sviluppano l’argomento in questo modo: dedicano una parte del tempo alla motivazione, una parte alla costruzione dei contenuti (ad esempio a partire da un testo da analizzare), una alla migliore definizione e analisi dei materiali di studio, una alla verifica. A seconda dei casi si può ipotizzare che la motivazione (con il coinvolgimento degli alunni rispetto a quanto vivono) e la parte di costruzione dei contenuti occupino due delle quattro ore di lezioni. Per riconfigurare le risorse, basterebbe che uno dei due docenti si occupasse di organizzare la didattica on line, su una piattaforma affidabile, invitando tutti gli studenti delle due classi. Per comodità, chiameremo questo docente “docente ordinario”. In tal modo tutti gli alunni delle due classi avranno seguito la lezione e, se non lo avranno fatto, sarà comunque possibile registrare la lezione e riutilizzarla per recuperi o approfondimenti. Gli alunni potranno partecipare alla lezione o dagli ambienti recuperati per la didattica, come la palestra, la mensa, il cortile, o da casa (in ogni caso si libererebbero spazi: due aule oppure, nel caso di lezione seguita da casa, due ulteriori spazi utili per altre classi). L’altro docente, che per comodità qui chiameremo “docente associato”, si occuperà – insieme all’ordinario – delle restanti fasi del percorso di apprendimento. Entrambi i docenti lavoreranno con piccoli gruppi di studenti. Nel nostro caso d’esempio, il docente “ordinario” avrà svolto due ore di lezione dedicate alla motivazione e alla costruzione dei contenuti; dunque le due rimanenti ore del suo incarico – cui si aggiungono le quattro del suo collega “associato” – saranno da utilizzare per la didattica in presenza con gruppi numericamente ridotti, in attività volte alle restanti parti dell’algoritmo di apprendimento (approfondimento dei contenuti e verifica). Possiamo ipotizzare tre gruppi di studenti (tre “canali”), uno dei quali farà due ore con il docente “ordinario”, mentre i restanti due gruppi le svolgeranno con il docente “associato”. NB: nella verticalità degli incarichi il docente “associato” di un anno di corso, sarà “ordinario” in un altro, in modo da affidare ai dipartimenti, ai collegi, ai dirigenti, la libertà di organizzare gli incarichi didattici. Questo modello non deve essere preso in modo “rigido” ma, a seconda delle caratteristiche della scuola, delle istanze del dirigente scolastico, del lavoro dei dipartimenti e dei consigli di classe, si può adattare.
In questo sistema di organizzazione della didattica, il ruolo del dirigente scolastico, in accordo con la struttura a dipartimenti allargati e disciplinari, con i collegi dei docenti e con i consigli di classe, risulta enfatizzato nella sua funzione di responsabile della progettazione pedagogica e didattica. Come si vedrà meglio nello specifico delle possibilità di organizzazione scolastica dell’orario settimanale delle attività, ai dipartimenti allargati e a quelli disciplinari viene affidata dal DS, con la massima possibilità di risposta alle esigenze dei diversi contesti, quindi nel pieno rispetto delle autonomie scolastiche, l’individuazione delle misure più adeguate, secondo criteri che sottolineino i caratteri fondamentali del progetto formativo in vista degli obiettivi formativi o del PECUP. Si tratta, pertanto, di un modello che consente un uso flessibile delle risorse, che facilmente può venire incontro alle esigenze differenti delle realtà scolastiche nella loro relazione col territorio.
Per quanto riguarda l’orario scolastico, vista la complessità dell’intreccio fra spazi, docenti e gruppi di alunni, si dovranno ipotizzare dei tempi liberi in cui gli studenti si potranno dedicare allo studio o allo svolgimento delle consegne.
Nella scuola secondaria di primo e di secondo grado questo sistema è applicabile accorpando in due “canali” tre, quattro classi ordinamentali, e ridistribuendo le risorse che si generano a gruppi numericamente inferiori.
Riportiamo nella tabella che segue uno schema riferito alla scuola secondaria di primo grado.
Lo stesso modello si applicherà alla secondaria di secondo grado, con varianti legate a ciascun ordinamento scolastico.
Disciplina |
Sistema tradizionale (per classi ordinamentali) |
Sistema a canali e dipartimenti |
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applicato a due classi di ordinamento |
applicato a tre classi di ordinamento |
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Italiano, storia, geografia |
10 ore di lezione a settimana per classe |
5 ore di lezione tramite dispositivi digitali organizzati dal docente “ordinario” (per tutti gli alunni, ipoteticamente 50) 5 ore di lezione in presenza (per gli alunni del canale A, 16/17 alunni) 5 ore di lezione in presenza (per gli alunni del canale B, 16/17 alunni) 5 ore di lezione in presenza (per gli alunni del canale C, 16/17 alunni) |
5 ore di lezione tramite dispositivi digitali organizzati dal docente “ordinario” (per tutti gli alunni, ipoteticamente 75) 5 ore di lezione in presenza (per gli alunni del canale A, 15 alunni) 5 ore di lezione in presenza (per gli alunni del canale B, 15 alunni) 5 ore di lezione in presenza (per gli alunni del canale C, 15 alunni) 5 ore di lezione in presenza (per gli alunni del canale D, 15 alunni) 5 ore di lezione in presenza (per gli alunni del canale E, 15 alunni) |
Matematica e scienze |
6 ore di lezione a settimana per classe |
3 ore di lezione tramite dispositivi digitali organizzati dal docente “ordinario” (per tutti gli alunni, ipoteticamente 50) 3 ore di lezione in presenza (per gli alunni del canale A, 16/17 alunni) 3 ore di lezione in presenza (per gli alunni del canale B, 16/17 alunni) 3 ore di lezione in presenza (per gli alunni del canale C, 16/17 alunni) |
3 ore di lezione tramite dispositivi digitali organizzati dal docente “ordinario” (per tutti gli alunni, ipoteticamente 75) 3 ore di lezione in presenza (per gli alunni del canale A, 15 alunni) 3 ore di lezione in presenza (per gli alunni del canale B, 15 alunni) 3 ore di lezione in presenza (per gli alunni del canale C, 15 alunni) 3 ore di lezione in presenza (per gli alunni del canale D, 15 alunni) 3 ore di lezione in presenza (per gli alunni del canale E, 15 alunni) |
Tecnologia |
2 ore di lezione a settimana per classe |
1 ora di lezione tramite dispositivi digitali organizzati dal docente “ordinario” (per tutti gli alunni, ipoteticamente 50) 1 ora di lezione in presenza (per gli alunni del canale A, 16/17 alunni) 1 ora di lezione in presenza (per gli alunni del canale B, 16/17 alunni) 1 ora di lezione in presenza (per gli alunni del canale C, 16/17 alunni) |
1 ore di lezione tramite dispositivi digitali organizzati dal docente “ordinario” (per tutti gli alunni, ipoteticamente 75) 1 ora di lezione in presenza (per gli alunni del canale A, 15 alunni) 1 ora di lezione in presenza (per gli alunni del canale B, 15 alunni) 1 ora di lezione in presenza (per gli alunni del canale C, 15 alunni) 1 ora di lezione in presenza (per gli alunni del canale D, 15 alunni) 1 ora di lezione in presenza (per gli alunni del canale E, 15 alunni) |
Inglese |
3 ore di lezione a settimana per classe |
2 ore di lezione tramite dispositivi digitali organizzati dal docente “ordinario” (per tutti gli alunni, ipoteticamente 50) 1 ora di lezione in presenza (per gli alunni del canale A, 12/13 alunni) 1 ora di lezione in presenza (per gli alunni del canale B, 12/13 alunni) 1 ora di lezione in presenza (per gli alunni del canale C, 12/13 alunni) 1 ora di lezione in presenza (per gli alunni del canale D, 12/13 alunni) |
2 ore di lezione tramite dispositivi digitali organizzati dal docente “ordinario” (per tutti gli alunni, ipoteticamente 50) 1 ora di lezione in presenza (per gli alunni del canale A, 10/11 alunni) 1 ora di lezione in presenza (per gli alunni del canale B, 10/11 alunni) 1 ora di lezione in presenza (per gli alunni del canale C, 10/11 alunni) 1 ora di lezione in presenza (per gli alunni del canale D, 10/11 alunni) 1 ora di lezione in presenza (per gli alunni del canale E, 10/11 alunni) 1 ora di lezione in presenza (per gli alunni del canale F , 10/11 alunni) 1 ora di lezione in presenza (per gli alunni del canale G, 10/11 alunni) |
Seconda lingua comunitaria |
2 ore di lezione a settimana per classe |
1 ora di lezione tramite dispositivi digitali organizzati dal docente “ordinario” (per tutti gli alunni, ipoteticamente 50) 1 ora di lezione in presenza (per gli alunni del canale A, 16/17 alunni) 1 ora di lezione in presenza (per gli alunni del canale B, 16/17 alunni) 1 ora di lezione in presenza (per gli alunni del canale C, 16/17 alunni) |
1 ore di lezione tramite dispositivi digitali organizzati dal docente “ordinario” (per tutti gli alunni, ipoteticamente 75) 1 ora di lezione in presenza (per gli alunni del canale A, 15 alunni) 1 ora di lezione in presenza (per gli alunni del canale B, 15 alunni) 1 ora di lezione in presenza (per gli alunni del canale C, 15 alunni) 1 ora di lezione in presenza (per gli alunni del canale D, 15 alunni) 1 ora di lezione in presenza (per gli alunni del canale E, 15 alunni) |
Arte e immagine |
2 ore di lezione a settimana per classe |
1 ora di lezione tramite dispositivi digitali organizzati dal docente “ordinario” (per tutti gli alunni, ipoteticamente 50) 1 ora di lezione in presenza (per gli alunni del canale A, 16/17 alunni) 1 ora di lezione in presenza (per gli alunni del canale B, 16/17 alunni) 1 ora di lezione in presenza (per gli alunni del canale C, 16/17 alunni) |
1 ore di lezione tramite dispositivi digitali organizzati dal docente “ordinario” (per tutti gli alunni, ipoteticamente 75) 1 ora di lezione in presenza (per gli alunni del canale A, 15 alunni) 1 ora di lezione in presenza (per gli alunni del canale B, 15 alunni) 1 ora di lezione in presenza (per gli alunni del canale C, 15 alunni) 1 ora di lezione in presenza (per gli alunni del canale D, 15 alunni) 1 ora di lezione in presenza (per gli alunni del canale E, 15 alunni) |
Scienze motorie |
2 ore di lezione a settimana per classe |
1 ora di lezione tramite dispositivi digitali organizzati dal docente “ordinario” (per tutti gli alunni, ipoteticamente 50) 1 ora di lezione in presenza (per gli alunni del canale A, 16/17 alunni) 1 ora di lezione in presenza (per gli alunni del canale B, 16/17 alunni) 1 ora di lezione in presenza (per gli alunni del canale C, 16/17 alunni) |
1 ore di lezione tramite dispositivi digitali organizzati dal docente “ordinario” (per tutti gli alunni, ipoteticamente 75) 1 ora di lezione in presenza (per gli alunni del canale A, 15 alunni) 1 ora di lezione in presenza (per gli alunni del canale B, 15 alunni) 1 ora di lezione in presenza (per gli alunni del canale C, 15 alunni) 1 ora di lezione in presenza (per gli alunni del canale D, 15 alunni) 1 ora di lezione in presenza (per gli alunni del canale E, 15 alunni) |
Musica |
2 ore di lezione a settimana per classe |
1 ora di lezione tramite dispositivi digitali organizzati dal docente “ordinario” (per tutti gli alunni, ipoteticamente 50) 1 ora di lezione in presenza (per gli alunni del canale A, 16/17 alunni) 1 ora di lezione in presenza (per gli alunni del canale B, 16/17 alunni) 1 ora di lezione in presenza (per gli alunni del canale C, 16/17 alunni) |
1 ore di lezione tramite dispositivi digitali organizzati dal docente “ordinario” (per tutti gli alunni, ipoteticamente 75) 1 ora di lezione in presenza (per gli alunni del canale A, 15 alunni) 1 ora di lezione in presenza (per gli alunni del canale B, 15 alunni) 1 ora di lezione in presenza (per gli alunni del canale C, 15 alunni) 1 ora di lezione in presenza (per gli alunni del canale D, 15 alunni) 1 ora di lezione in presenza (per gli alunni del canale E, 15 alunni) |
Religione |
1 ora di lezione a settimana per classe |
La distribuzione degli alunni nei canali potrà essere casuale o ragionata. Potrebbero essere i dipartimenti a dare i criteri. Ad esempio il criterio della massima eterogeneità possibile (maschi/femmine, livelli di rendimento alti/medi/bassi, classi ordinamentali di provenienza) può essere considerato un criterio virtuoso perché la varietà delle disposizioni e dei talenti promuove gli apprendimenti.
Per la costruzione dell’orario settimanale delle lezioni esistono varie opportunità che dipendono da due fattori: se le classi che concorrono alla costruzione in canale della didattica hanno molti insegnanti in comune, se fra i criteri per la costruzione dei canali si sono adottati raggruppamenti di discipline per aree (esempio: due/tre/quattro… canali, a seconda dei casi, con una loro specifica distribuzione degli alunni, potrebbero articolare l’orario in modo che mentre un gruppo di alunni svolge attività nella disciplina A, gli altri lavorano con B, e così via… in questo sistema anche gli insegnamenti con numero dispari di ore/settimana, nell’incrocio con Religione, possono “pareggiare i conti”).
Il sistema così articolato può essere applicato agli ordinamenti della Scuola secondaria di secondo grado.
Palermo-Napoli, 8 maggio 2020
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